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Il Cane e la Lucertola

Ero china nel bagno avevo appena deciso di fare per una volta la donna.
Di fronte a me c'era il flacone di crema idratante al thè verde, era lì, mi guardava, lo faceva con pietà ma non per sé ma per quella pelle che ai suoi occhi non era un setoso tessuto sul quale far scivolare una mano "amica" ma una carta vetrata dalla quale stare lontani onde evitare raschiamenti pericolosi.

E proprio lì, in quella posizione mi è sopraggiunta l'ispirazione!
Cercando di dare da bere alla mia pelle, volendo recuperare almeno 5 anni di siccità, ho ripensato divertita alla scena che ieri si è palesata ai miei occhi.
Spesso ci si trova in delle situazioni nelle quali sei costretto ad aspettare, basti pensare al medico generico, alle poste, alla banca, insomma dei luogh
i dove bisogna rispolverare la vecchia cara pazienza ed evitare lamentere di qualsiasi tipo controproducenti per cogliere nell'attesa la sua naturale bellezza.
Sono diversi i modi in cui si può decidere di trascorrere il tempo:


  • leggere un libro;
  • sfogliare una rivista, se sei dal medico, che solitamente è vecchia di 2 anni, ha le pagine un pò accartocciate e sembra quasi che la materia da carta si sia trasformata in tessuto tanto che stata toccata;
  • iniziare a muovere il piede con un tic nervoso ma quella scansione ritmica è del tutto deleteria all'attesa stessa.


Ma ciò che personalmente preferisco fare è osservare chi mi sta intorno, leggere nei loro volti la loro storia, annusare da quanto tempo non si lavano o che tipo di deodorante usano, "forse sarà di fabbricazione cinese", fare considerazioni del genere:"ma quando sudo puzzo come lui?"

Generalmente è il viaggio nei mezzi pubblici ad offrirti materiale umano di diverso tipo, non puoi scegliere chi sarà il tuo compagno e ciò accade soprattutto nei pullman che fanno tratte interregionali.
Lì, infatti, oltre a sperare che il tuo posto non sia quello sulle ruote speri che per una volta al tuo fianco ci sia colui, il genere maschile non è una casualità, che possa allietarti con racconti interessanti le 5 ore che ti attendono, per poi continuare nei giorni, nei mesi, negli anni successivi, invece generalme c'è sempre la signora che va al Nord per farsi degli accertamenti, ti spiega dettagliatamente tutti i sintomi della sua malattia e schiacciando un pisolino ti mette il dubbio che stia per arrivare un tempesta.
Ma dato che la fortuna di trovare l'uomo giusto al sedile giusto è da scartare, l'unica fortuna che ti rimane è quella di essere testimone oculare di due individui che hanno tovato il giusto sedile.

IO: seduta in seconda fila posto corridoio, causa gambe troppo lunghe o meglio sedili fatti su misura di Gianfranco Magalli.

LORO: seduti in prima fila esattamente davanti a me!
ANCHE QUESTE SONO FORTUNE!!

Un lui e una lei.

A dire il vero, la lei l'ho notata ancor prima di salire. Un soggetto che non passa inosservato: gonna tubino rosa pallido con in fondo una deliziosa balza stile ottocentesca, calza a rete, dato il soggetto suppongo autoreggente, scarpa viola melanzana con tacco 12, per concludere il tutto giubbino di jeans.
Oltre al suo abbigliamento mi ha colpito la sua gamba, o meglio, il suo polpaccio senza stacco della caviglia, mi sono chiesta se anche il mio facesse quel brutto effetto visto dal di fuori.

Nonostante il suo abbigliamento il destino le ha voluto dare una chance e accanto a lei ha fatto accomodare un giovane che non ho ammirato nel pieno della sua forma ma data la sua posizione ho potuto ben studiare la parte sinistra del suo volto: capelli color camomilla, di quel castano molto chiaro che al sole in estate diventa biondo, rughe accentuate, avrà avuto all'incirca 36 anni, colorito olivastro e un paio d'occhiali da vista abbastanza retrò, da me facilmente apprezzabili.

Iniziano a parlare del più e del meno, si sono già visti qualche volta.
Fanno parte di quella schiera di pendolari che ogni giorno per essere sul posto di lavoro alle nove si sveglia comodamente alle sei del mattino.

Una conversazione educata, che attraversa discorsi generici, anche se dell 'inesistenza delle quattro stagioni e di come si stava meglio con la lira non ne parlano, in compenso però lei decanta quanto il valore della laurea e le competenze che ti attribuisce siano negli anni cambiate e io da giovane laureata, per altro in scienze delle merendine, vorrei intrufolarmi all'interno del discorso ma ho deciso di godermi la scena da spettatore e non da protagonista.

Il primo quarto d'ora quindi trascorre in questo modo: la descrizione del lavoro, la laurea, di come i 20enni di oggi sovvertano le regole della buona educazione, insomma pura retorica oratoria.

La conversazione è tenuta viva dalla parte femminile, tanto che mi chiedo, come dopo una giornata di lavoro e per giunta su tacchi 12, abbia ancora la forza di parlare ma si sa chi è in guerra prima di abbandonare la battaglia da fondo ad ogni risorsa.

Di lei vedo solo i capelli crespi ricci di quel rosso mogano che invecchia di almeno di 5 anni ma ad onor del vero ha una bella voce suadente in linea con il suo abbigliamento.

Di lui continuo a vedere solo il lato sinistro del suo viso e mi chiedo se il suo alito sia fresco, a sensazione direi di no, colpa forse di quelle labbra troppo sottili in realtà inesistenti, a quella distanza così ravvicinata io personalmente anche avendo delle labbra avrei timore nell'esprimermi.

Ovviamente la donzella decantando retoricamente le cose che secondo lei non vanno in Italia, all'interno delle relazioni, a lavoro e facendo sfoggio delle sue capacità culinarie da fondo a una saggezza non particolarmente spontanea ma che sta facendo sicuramente colpo.
Lui, infatti, illuminato da questa donna che si manifesta nella maniera migliore dice :
"sei una donna da sposare, sei perfetta!".

Ma lei nonostante la consapevolezza della sua perfezione, scuotendo la testa, nega, le sembra un'esagerazione, lui così aggiusta il tiro:
"sei perfettibile!".

La conversazione incalza e si finisce a parlare della convivenza, del matrimonio, insomma dell'AMMORE, continuando lei a descriversi come compagna ideale di vita, lui non può far al meno di chiederle:
"bhe cosa fai questa sera? ti va di andare a cena fuori?"

A tale domanda potrei giurare che dentro di lei sia partita dalla punta dei piedi fino alla punta dei suoi capelli, sempre più irti, una hola ma da gran regista che mantiene la suspance non svelando gli equilibri fino alla fine del film:
" no, vado in palestra"
e lui come un cane che deve cacciare la lucertola che corre e più si nasconde e più lui scodinzola:
"e dopo?",
lei con smorfia di lusinga fa maestrosamente calare il discorso.

Ma come dicevo pocanzi, più la lucertola scappa più il cane scodinzola:
"dai scambiamoci i numeri! anzi no, prendi tu il mio!?"
e la lucertola risponde:
"non ti chiamerei mai!".

Su tale esclamazione la conversazione si placa, l'uno guarda il finestrino alla sua destra e l'altra pensa:
"Cazzo me ne sono fatto scappare un altro!"

Il silenzio però ad un tratto si rompe :

"che hobbies hai?"(da notare il plurale reso in inglese), inutile specificare chi lo stia chiedendo!

"mha..."

Io a sentir quella domanda vorrei scendere dal pullman in corsa!

Ma esistono ancora persone che fanno domande del genere?
E' una di quelle domande che per educazione non si dovrebbero mai fare, si mette in difficoltà l'altro che nell'esatto momento in cui la voce emette la lettera H ( anche se è una lettera che non ha suono) entra in crisi esistenziale sentendosi la persona più miserabile sulla faccia della terra e inizia a imprecare contro la madre che non l' ha mai spinto ad andare a scuola di pianoforte o a basket.
oltre alla mancanza di educazione sembra una di quelle tipiche frasi da fotoromanzi anni ottanta!

Lei cogliendo l'impreparazione di lui sopraggiunge:
"Hai visto qualcosa di Almodovar? è il mio regista preferito!".

Lui nonostante non ne avesse visto neanche uno, cerca di imbastire una risposta:
"Si, molto introspettivo!"

Non contenta di aver messo alla prova la sua preparazione cinematorafica decide d'incalzare:
" L'ultimo libro che hai letto?"

Ma cos'è quell'intervista che ti fanno per strada alla fine della quale vogliono rifilarti una scheda fedeltà del 50% di sconto attiva solo dal terzo acquisto in poi?!

Lui risponde e ammetto che è stato un genio:
" No, leggere no, l'ho fatto tanto ma oggi ho scoperto interessi più tecnici!"

Che mai saranno gli "interessi tecnici"?

Ma per non deluderla:
"In realtà mi piace l'arte!", peccato fosse fermo alla storia dell'arte fatta al liceo almeno 15 anni prima!

In tono ammirato lei:
"Che artista preferisci?"

"Bhe, Caravaggio è superiore, lui e tutta l'arte del '800", chiaro che fosse il primo giunto in mente, ha sbagliato di ben 2 secoli!!!

Ripresa la conversazione in modo fluente lui trova il coraggio, dopo aver tirato la carta di Caravaggio, di richiedere il tanto sudato, a colpi di quiz, e non a scelta multipla ma a risposta aperta e quindi maggiormente impegnativo, numero di telefono:
"Dai facciamo come se fosse una cosa di lavoro"

prende la freepress una penna e con tono deciso:
" Dottoressa....?"

A lei è chiaro che questo è l'ultimo tentativo, il pullman sta arrivando a destinazione, non può perdere l'occasione! Abbassando la voce, quasi un pò imbarazzata consegna la SUA CODA al CANE!

Lei non è da meno :
"e tu? Dottor..."

ma lui sferra il colpo mortale:
" Avvocato.....!"

HO DETTO TUTTO!

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